Fermiamo la modifica dello statuto di ASI!
Il 25/08/2014 abbiamo scritto agli 11 Sindaci soci di ASI evidenziando che nel nuovo statuto di ASI (ex consorzio acquedotto Basso Piave), contrariamente a quanto espresso dai cittadini italiani con il referendum del 2011, si prevedeva la possibilità di ingresso dei privati.
Sottolineiamo l’importanza di rendere efficienti le reti idriche ed il sistema di depurazione ma, come ha fatto la stragrande maggioranza degli italiani, ribadiamo che l’acqua e la sua gestione deve essere pubblica. Aprire ai privati significherebbe applicare all’acqua la logica di mercato e di profitto che è stata bocciata con il citato referendum.
Dopo la nostra lettera alcuni sindaci, che avevano già portato la modifica dello statuto in consiglio comunale, avevano preso atto dell’incongruenza di quanto deliberato e si erano impegnati a riportare la delibera in consiglio comunale per la modifica proposta: mantenere in mano pubblica il controllo e la gestione dell’acqua!
Purtroppo nell’assemblea dell’ASI del 24 settembre, che avrebbe dovuto recepire la modifica, gli stessi comuni che già avevano deliberato hanno manifestato la loro indisponibilità a restituire “esclusivamente” ai cittadini il controllo dell’acqua confermando l’apertura ai privati.
Caorle, Ceggia, Musile di Piave e Noventa di Piave hanno detto no al rispetto della volontà referendaria, confermando di non voler ritornare in consiglio comunale.
Rivolgiamo nuovamente un appello a questi Sindaci: si torni in consiglio comunale, come auspicato da altri, e ci si doti di uno statuto in linea con TUTTE le altre aziende del servizio idrico, del nostro territorio e non solo, che hanno escluso la presenza dei privati. Si veda la recente fusione delle aziende rappresentanti il portogruarese e il vicino friuli, ovvero Acque Basso Livenza con CAIBT per formare Livenza Tagliamento Acque, dove all’art.10 si garantisce la gestione PUBBLICA del servizio.
Un invito al Movimento dell’Acqua Bene Comune a vigilare e a promuovere azioni in difesa del diritto sancito dal referendum che ha visto, sotto la bandiera dell’acqua pubblica e dell’esclusione del principio di lucro dalla sua gestione, unirsi i cittadini indipendentemente dal loro credo politico.
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