Mentre il paese, la Regione ricordano la Grande Guerra esaltando la Piave quale ostacolo naturale, amico nello fermare l’avanzata del nemico, il fiume sta morendo, nessuno può affacciarsi sulle sue acque perché non ci sono, solo un lungo nastro di ghiaia interrotto da pozze.
Nel bellunese le micro centrali iniziano a dissanguarlo, nel medio Piave escavazioni e grandi prelievi irrigui indiscriminati finiscono di ucciderlo, nel basso Piave troviamo una laguna alimentata dal …mare. Il fiume SACRO è diventato il fiume più sfruttato d’Italia, dall’idroelettrico alla ghiaia all’irrigazione.
Lo specchio di ciò che affermiamo possiamo vederlo in questi giorni all’altezza di San Donà dove il fiume assume una colorazione marrone, probabilmente dovuta un fenomeno di mucillagine.
Sono giorni che la chiazza cala e cresce lungo il corso del fiume seguendo la marea, al calare si sposta verso Eraclea per ripresentarsi a San Donà di Piave al crescere.
Segnale che il fiume è MORTO, non ha nemmeno un filo di corrente che, seppur lentamente, porti l’acqua verso il mare, è esattamente il contrario: solo il mare muove, alimenta, la Piave
Nossignori non c’è acqua nella Piave, non c’è acqua del fiume. Dal monte non ne arriva un filo, intercettato dalle molteplici concessioni di prelievo. Quello che noi vediamo non è più un fiume…!
Ci dicono alcuni pescatori che, per primi, hanno segnalato il fenomeno “quando questa macchia arriva tiriamo su le canne e aspettiamo che passi perché il pesce scompare, fugge di fronte a questa minaccia, a questo disastro”. Sulle rive del fiume si raccontano anche altre storie ma non abbiamo riscontri.
Servono analisi e controlli sullo stato dell’acqua che nessuno fa. Arpav, ridotta alla minima sopravvivenza dai provvedimenti della Regione, esce solo se ci sono disastri, la Polizia Metropolitana Provinciale può solo testimoniare lo stato di fatto.
I Circoli di Legambiente e le Associazioni lungo l’asta del fiume hanno lanciato un allarme forte nel convegno svoltosi a Cimadolmo il 6 Aprile, promosso dal Circolo Legambiente Piavenire, presenti molte Associazioni e Amministrazioni, abbiamo preparato un Manifesto e una petizione sottoscrivibili on-line.
https://www.change.org/p/manifesto-per-la-tutela-del-fiume-piave?recruiter=56484266&utm_source=share_petition&utm_medium=facebook&utm_campaign=autopublish&utm_term=des-lg-share_petition-no_msg
Ora c’è un’emergenza, l’ennesima: ai sindaci dei comuni che si affacciano sul fiume chiediamo un intervento comune e forte perché al fiume venga restituito almeno il Deflusso Minimo Vitale.
I cambiamenti climatici corrono più del consenso elettorale, servono piani e azioni per ridurre drasticamente il consumo d’acqua sia nelle attività produttive che urbane e, soprattutto, ricreative.
Chiediamo che si attivino con urgenza affinché sia attivato un monitoraggio sulla qualità dell’acqua affinché sia garantita la conservazione degli ambienti fluviali già gravemente compromessi.
Questo per l’emergenza, poi serve la pianificazione con investimenti, soprattutto in agricoltura per ridurre il consumo d’acqua, e qui dovrebbero concentrarsi gli sforzi economici della Regione a sostegno delle imprese agricole che vogliono e… devono cambiare.
I fiumi, l’acqua, sono il futuro e la vita, non le Autostrade!!
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