È risorta l’autostrada del mare ma, ci sarà ancora la spiaggia?

Continua la querelle dell’autostrada del mare da Meolo alla rotonda Frova di Jesolo. Progetto nato quasi dieci anni fa sotto l’ombra e con i proponenti coinvolti nello scandalo del Mose.
Opera controversa e contrastata perché si vuole cedere un’infrastruttura pubblica ad un privato che, fatti investimenti, ne ricaverà degli utili. Profitti che saranno garantiti e pagati dal pubblico, nel caso non fossero raggiunti dal privato, perciò…rischio economico e finanziario zero.
Uno schema che si ripete, sul modello dei project dei vari ospedali veneti, della pedemontana veneta finanziata con soldi pubblici ed il più eclatante caso della pedemontana lombarda.
Le proposte alternative di ampliamento dell’asse viario, che esistono, che sono state avanzate, e che permettono di superare i nodi, le criticità, non sembrano soddisfare gli interessi di chi, invece, vuole solamente ancora qualche chilometro in più di asfalto.
Quello che più ci preoccupa di questa vicenda è la miopia dei decisori. In piena crisi pandemica con un sistema sanitario che ha mostrato tutti i limiti del modello che agevola il privato a discapito del pubblico, in piena crisi climatica che causa l’innalzamento del livello dei mari, il susseguirsi frequente di fenomeni meteo estremi violenti e l’erosione della costa sempre più fuori controllo, l’unica cosa che vogliono fare è contribuire ad aggravare tutto questo.
Se vogliamo salvare il turismo possiamo e dobbiamo, migliorare i servizi e le vie d’accesso al litorale ma lo sguardo deve essere rivolto a garantire il futuro, non più solo a depredare il presente.
Se non invertiamo la rotta con scelte volte a fermare il consumo di suolo, a contenere le emissioni di carbonio, ritornando a vivere in equilibrio tra risorse disponibili e consumi, in piena sintonia con l’ambiente che ci circonda, non servirà una nuova autostrada per andare al mare: perché non ci sarà più la costa che conosciamo.
Un appello che nasce dagli scienziati, dalla chiesa e che noi ci limitiamo a fare riecheggiare, perché cittadini, categorie economiche ed amministratori aprano occhi ed orecchie per vedere ed ascoltare quanto il pianeta ci sta quotidianamente urlando. Le scelte alternative al modello predatorio che conosciamo ci sono, e garantiscono il buon funzionamento del sistema economico, basta applicarle.
Abbiamo bisogno di un futuro migliore e sicuro, ma per averlo bisogna cambiare il nostro presente.

Comunicato Circolo Legambiente “Pascutto-Geretto” del Veneto Orientale

Leave a reply