Legambiente: “Attenzione alle portate derivate dalla Piave e alla qualità delle acque della Livenza”
Tutti i dati nel report pubblicato da Legambiente
http://www.legambienteveneto.it/wp-content/uploads/2014/10/Report-Operazione-Fiumi-Edizione-2022.pdf
È stato pubblicato il dossier della seconda edizione della campagna itinerante di Legambiente Veneto “Operazione Fiumi – Esplorare per Custodire” – realizzata in collaborazione con ARPAV.
Operazioni Fiumi si basa su misurazioni, osservazioni e prelievi puntuali lungo i principali fiumi veneti, affiancando lo studio sistematico di Arpav sullo stato di salute dei nostri corsi d’acqua a livello di bacino. Lo scopo è di sensibilizzare la popolazione sulla conoscenza dell’ecosistema fluviale e favorire interlocuzioni con amministrazioni e società civile, utili ad individuare cause e rimedi. La campagna regionale di Legambiente restituisce una fotografia sullo stato di salute dei fiumi, attraverso l’analisi di alcuni parametri di qualità delle acque quali, oltre al famigerato batterio Escherichia coli – i batteri fecali che permettono di verificare lo stato di depurazione delle acque – gli Ftalati ed il Glifosate. Il glifosate è un erbicida di sintesi utilizzato da circa 40 anni in maniera massiccia in agricoltura e del quale Ispra ha già rilevato la presenza di concentrazioni importanti nelle acque superficiali del nostro paese. Novità di quest’anno è la ricerca degli Ftalati, una famiglia di sostanze chimiche impiegate come agenti plastificanti; sostanze quindi riconducibili alla degradazione delle plastiche.
I fiumi Piave e Livenza sono stati coinvolti in due tappe della campagna: il 22 giugno 2022 a Breda di Piave (TV) e il 5 luglio 2022 a San Stino di Livenza (VE). Nelle due giornate sono stati presentati i dati raccolti, nel mese di maggio, dai volontari e le analisi effettuate dai laboratori ARPA Veneto.
Lo stato chimico dei punti monitorati dai volontari di Legambiente e le valutazioni di Arpav indicano un risultato buono in tutti i corpi idrici del bacino idrografico del fiume Piave dove non sono stati rilevati superamenti degli standard di qualità per le sostanze prioritarie e prioritarie pericolose. Stato chimico buono anche per la Livenza, tranne che in un tratto intermedio del fiume Monticano per superamenti della concentrazione media annua o massima ammissibile di Idrocarburi Policiclici Aromatici (Benzo(a)pirene, Benzo(ghi)perilene, Eptacloro, Fluorantene) e lungo il fiume Livenza di superamenti della concentrazione media annua di PFOS. Tra gli inquinanti specifici sono stati rilevati alcuni superamenti dei valori medi annui previsti dalla normativa per gli erbicidi Glifosate, AMPA (prodotto di degradazione del Glifosate), Metolachlor ESA, Tebuconazolo interessanti il fiume Monticano, il rio Cigana ed il torrente Cervada. Maggior attenzione andrebbe riservata quindi alla qualità delle acque della Livenza, commenta Anna Carozzani Vice Presidente del Circolo Veneto Orientale, un fiume di confine che rende la sua gestione particolarmente complicata. Infatti, come emerso da un evento organizzato dal Circolo con la presentazione del piano di investimenti previsto dal gestore LTA, è necessario uno sforzo sul fronte della depurazione in particolare incentivando l’allacciamento alla rete fognaria e quindi migliorando la qualità delle acque del fiume sotto il profilo della depurazione dei batteri fecali.
L’ecosistema fluviale è un sistema complesso, la cui salute non dipende solo dallo stato chimico delle sue acque ma è strettamente legata al clima e alle attività antropiche che lo interessano. Secondo Arpav il 2022 in Veneto è stato l’anno mediamente più caldo e più secco perlomeno dell’ultimo trentennio. La diminuzione della portata dei fiumi, dovuta alla mancanza di precipitazioni, e la risalita del cuneo salino sono stati temi cruciali dello scorso anno e, per la prima volta, hanno colpito duramente anche il fiume Livenza ed il nostro territorio. Ricordiamo, continua Anna Carozzani, la crisi di approvigionamento di acqua potabile, esplosa il 25/07, a causa della risalita del cuneo salino per oltre 20 km sull’asta della Livenza che bloccò l’impianto di potabilizzazione di Boccafossa mettendo in crisi alcuni comuni tra cui Caorle e Eraclea in piena stagione turistica. I periodi siccitosi nell’era del cambiamento climatico non sono l’unica forzante. In particolare, le portate derivate dalla Piave a scopo agricolo e di produzione idroelettrica non possono tener conto del mero profitto. È necessario ripensare allo sfruttamento della risorsa idrica, da una parte mettendo in discussione i prelievi fino ad ora concessi, dall’altra operando un efficientamento degli usi. Ragionare sul concetto di Deflusso Ecologico è fondamentale per la salvaguardia dell’habitat fluviale nel quale, è bene ricordare, qualità dell’acqua, biodiversità e idraulica non sono aspetti indipendenti tra loro.
È necessario inoltre adottare criteri di sostenibilità ambientale per le opere presenti lungo il percorso anche a fronte del temuto “rischio idrogeologico”. Opere strutturali vanno necessariamente affiancate ad opere non strutturali come indicato dalla cosiddetta riqualificazione fluviale che promuove una strategia di gestione integrata dei fiumi riavvicinandola il più possibile alla condizione naturale.
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