Masterplan Mobilità Sostenibile Veneto Orientale
Il progetto del Masterplan per la mobilità Sostenibile del Veneto Orientale è un’occasione importante, se non fondamentale, per costruire una visione territoriale, di area, e non più comunale.
Pensiamo che in questi anni in cui gli stravolgimenti all’ecosistema causati dalle intense, e spesso irresponsabili, attività dell’uomo stanno presentando il conto, sia assolutamente necessario essere in grado di programmare le attività, la mobilità, allo scopo di ridurre incisivamente le emissioni e la produzione di CO2, di cui i trasporti ne sono ampiamente responsabili.
Il nostro territorio si presenta come una città diffusa con due poli fornitori di servizi, Portogruaro e San Donà di Piave, ed un litorale con oltre 20 milioni di presenze turistiche.
Crediamo che uno studio strategico, equivalente ad un PAT, debba indirizzare le scelte per il futuro improntate, a nostro avviso, a ridurre sensibilmente il numero di auto in circolazione orientando la mobilità su trasporti collettivi e mezzi a basso impatto, inteso anche come infrastrutture e servizi collegati (un bici park occupa molto meno spazio di un park per auto).
Abbiamo inteso, nella nostra proposta, utilizzare gli assi di comunicazione esistenti per connettere gli itinerari cicloturistici già operativi, consentire di percorrere anelli con al centro le due località di servizio e le aree turistiche. Dagli anelli, e lungo gli assi principali, si possono visitare con brevi deviazioni luoghi d’interesse locale per portare nel territorio flussi turistici non legati strettamente al mare. Gli assi ciclabili dovrebbero essere realizzati in parallelo, dove possibile, utilizzando tratti già realizzati e posizionandoli sulle “capezzagne” che si trovano oltre i fossati che affiancano le strade.
Si possono vedere opere simili realizzate in provincia di Treviso anche lungo la S.R. 53.
Evitare di tombinare i fossi, a meno di diverse indicazioni del Consorzio di Bonifica, è una scelta rispettosa della gestione idraulica e meno onerosa.
Riteniamo che il litorale possa contribuire a distribuire parte dei 20 milioni di presenze e contemporaneamente attrarre nuovi target turistici più sostenibili. Questi target sono soggetti interessati alla conoscenza del territorio e dei valori sociali e storici dello stesso, perciò la spiaggia è una parte del viaggio ma non l’obiettivo principale.
Queste riflessioni ci spingono a presentare il modello che utilizza gli assi viari esistenti, S.S. 14 e S.P. 42, considerando che i collegamenti a pettine sono dati dagli itinerari lungo i fiumi.
Considerato che sul Litorale gravitano, attualmente, i maggiori interessi turistici ma non quelli cicloturistici che si muovono su altri interessi, analizziamo la dotazione ciclabile sviluppatasi dai progetti dei singoli comuni che, in alcuni casi, hanno già trovato dei collegamenti intercomunali di sistema:
Bibione è già ben strutturata anche con collegamenti extra comunali, sia con Caorle-Brussa che con Lignano.
Caorle ha approvato il traghetto di Falconera, con la Brussa ed in direzione Eraclea l’itinerario è quasi completo.
Eraclea Mare ha la ciclabile che arriva fino alla Laguna del Mort, ha approvato il mega progetto del villaggio di Valle Ossi con la ciclabile che arriva al Revedoli, da dove si può attraversare per Cortellazzo.
Jesolo ha approvato un importante piano di ciclabilità che dovrebbe unire anche Cortellazzo alla rete ciclabile del centro.
Cavallino Treporti ha una buona rete ciclabile parallela all’asse principale, S.P.42, da cui si diramano gli itinerari turistici.
La costa offre un panorama, da completare, in parte già finanziato o oggetto di progettualità, che consente già un buon sistema di spostamento turistico intercomunale.
Il completamento dei singoli collegamenti comunali, offrirebbe una mobilità alternativa a quei turisti che, comunque, sono orientati alla spiaggia e possono andare verso l’interno con itinerari ad anello, ovvero partenza arrivo nella medesima località.
Entrando nello specifico:
Utilizzo S.S.14 collegamenti S. Stino – Ceggia – San Donà di Piave
1) Tratto S. Stino Ceggia
Incrocio SS14 con Via Triestina di Torre di Mosto dalla pista ciclabile S. Stino Torre di Mosto si attraversa la statale rimanendo a fianco della cantina (canale Xola) per 50 mt fino ad incrociare una strada poderale che conduce in via Anarè percorso ciclabile misto su strada secondaria fino all’interconnessione via Rivazancana con ciclabile fino al termine della zona industriale di Ceggia.
2) Ceggia San Donà
Dalla zona industriale di Ceggia a località Calvecchia: pista ciclabile da realizzare oltre il fosso parte su strada poderale esistente parte su terreno a seminativo.
Realizzando circa 3,5 km di pista e sistemando 1 km si ottiene un collegamento, veloce, su un itinerario di 15 km, unendo due assi cicloturistici Gira Livenza e Piave con collegamento dalla Piave Vecchia alla Treviso Jesolo.
S. Donà – Noventa – Fossalta di Piave – Losson – Meolo – Quarto d’Altino
Questo itinerario ha già nella ciclabile della Piave un suo collegamento che, pur funzionale, può essere interrotto dalle frequenti pieni del fiume. Pensiamo che il completamento e sistemazione, dell’itinerario S. Donà Noventa lungo la Sp 83 sia un’ottima soluzione per favorire i collegamenti intercomunali e casa lavoro – scuola (centro servizi di San Donà polo produttivo e commerciale di Noventa, incluso Outlet).
Il Collegamento con Fossalta di Piave risulterebbe agevolato utilizzando Sp 48 e ponte di barche. Fossalta presenta un itinerario ciclabile in affiancamento alla Sp 48 che si interrompe a 500 mt. dall’itinerario proveniente da Losson, sempre in affiancamento alla Sp 48.
La chiusura di questo itinerario crea un collegamento extraurbano e turistico, veloce, che connette Meolo al quartier del Piave ed all’area commerciale industriale di Noventa. Viceversa si crea il corridoio, su itinerari secondari ciclabili, verso Cà Tron – Quarto d’Altino.
Prevede i collegamenti anche con l’area culturale e di ricerca di H Farm.
Itinerario Musile Fossalta di Piave.
Pensiamo che in questo caso siano da sviluppare i percorsi interni a scarso traffico, o gli argini, per consentire collegamenti lenti e ricreativi puntando, per Fossalta di Piave in direzione di San Donà, al percorso descritto precedentemente.
Area Portogruarese
Portogruaro, così come San Donà di Piave è centro di servizi perciò deve proporre itinerari che, nella lunga pianificazione, possano incentivare, il più possibile, l’abbandono dell’auto privata.
Tratta S. Stino Portogruaro San Michele al Tagliamento:
La S.S. 14 presenta, lato mare, il rispetto consortile (4 mt) quasi completamente libero rendendo possibile la realizzazione di un itinerario ciclabile che unisce i comuni dell’area tra Livenza e Tagliamento unendo tutte le località che si affacciano sulla S.S. 14, incluse le alcune località di Portogruaro (Lison, Mazzolada) e Concordia Sagittaria ( Teson e Levada).
Questo percorso diretto consente la mobilità tra gli itinerari del Gira Lemene, Itinerario dei Mulini con il Gira Livenza e Gira Tagliamento. Si sviluppa sufficientemente lontano dall’asse stradale e in sicurezza dallo stesso. Offre un percorso interessante con possibili veloci diversioni sulle località del vino, i boschi di Lison e Bandiziol, consente di scendere sull’itinerario dei laghi di Cinto.
Utilizzando la viabilità interna di Portogruaro, per il tratto urbano, si può poi proseguire paralleli alla S.S. 14, sempre dallo stesso lato mare, fino a congiungere San Michele al Tagliamento e con questo l’itinerario del Gira Tagliamento.
In questo modo unendo le città dei servizi, e con opportunità turistiche, abbiamo creato un asse di collegamento tra i grandi itinerari cicloturistici del nostro territorio già realizzati, gli itinerari fluviali.
Tagliamento, Lemene, Livenza, Piave e Sile risulterebbero collegati tra di loro con infrastrutture leggere, di servizio al territorio e facilitatrici dei flussi turistici. Tralasciamo per motivi di spazio le numerose opportunità di brevi diversioni che offre quest’itinerario (Alvisopoli, Villanova ecc.ra).
Pensiamo che questo quadro d’interesse turistico e intercomunale, debba trovare il suo completamento con l’utilizzo, nella medesima modalità, della traccia della S.P. 42 che consente di unire comuni piccoli e grandi tra di loro, intercetta gli itinerari fluviali a metà, consente la creazione di anelli che agevolano le uscite e le entrate verso la costa e viceversa.
Itinerario Portogruaro Pramaggiore Annone:
In questo caso il nostro ragionamento si affianca alla S.R. 53 in uscita da Portogruaro fino ad incrociare la S.P 60. Dall’intersezione in poi e risalendo la S.P. fino a Belfiore c’è già un buon collegamento ciclabile, da qui si arriva al Bosco di Bandiziol. La tratta in questione è di poco superiore ai 6 km consente il collegamento fino ad Annone Veneto su percorso protetto, non turistico per la vicinanza con la S.R. ma utile a collegare i centri e scendere sugli itinerari d’interesse locale.
Portogruaro Giai Cinto Caomaggiore con prolungamento S. Stino:
Questa tratta è tanto importante quanto sprovvista di infrastrutture utili alla ciclabilità. In località Campeio/Malcanton troviamo insediamenti commerciali e produttivi, con centinaia di posti di lavoro, posti a nemmeno due chilometri dal centro di Portogruaro e dalla stazione ferroviaria senza collegamenti ciclabili. Riteniamo importante realizzare questo collegamento e completarlo sino a Cinto andando a chiudere un anello che porta a Pramaggiore e fino a S. Stino di Livenza utilizzando l’itinerario Laghi di Cinto – Gira Livenza.
Questa tratta nello sviluppare l’importante offerta nell’itinerario Città-Lavoro permette, una volta giunti a Cinto, di connettere il Parco verso il Gira Livenza e gli itinerari del Friuli.
Collegamento mediano S.P. 42:
Questo percorso pur non incontrando gradi centri nel suo svolgersi consente la realizzazione dei percorsi ad anelli turistici che garantirebbero un notevole salto qualitativo per i percorsi fluviali. Avremmo un territorio con un’offerta unica , ovvero la possibilità di percorrere i fiumi non solo in parallelo ma spostandosi da uno all’altro, partire da un itinerario fluviale e ritornarci percorrendo un altro fiume utilizzando collegamenti trasversali che ti portano nei centri urbani ricchi di storia e servizi. Possibilità di partire dal litorale e tornarci seguendo due fiumi, o viceversa, si creano flussi turistici nuovi con offerte più complete.
Il Litorale:
Quest’area attrae, attualmente, oltre 20 milioni di turisti che vedono nella vacanza al mare la loro meta. I comuni stanno incentivando, con azioni promozionali, la crescita del turismo a basso impatto cercando di diversificare l’offerta turistica.
Riteniamo importante questa scelta e già da tempo abbiamo avanzato proposte utili a ridurre l’arrivo in auto dei vacanzieri, favorendo mezzi collettivi ed a minor impatto. Alcuni comuni costieri hanno già realizzato importanti strutture ciclabili interne e collegate con gli altri ma si può fare ancora molto.
Pensiamo sia necessario garantire interscambio, tra litorale e interno, per favorire ridistribuzione di benefici economici sviluppando esclusivamente la mobilità dolce/lenta.
Perciò pensiamo che il Masterplan debba sviluppare, in primis, le vie di comunicazione trasversali, gli assi principali, per far crescere gli itinerari cicloturistici dei fiumi rendendo sicuro e più veloce la mobilità per e da il litorale.
In conclusione:
Il Masterplan è uno strumento di pianificazione per la mobilità che si interfaccia con le grandi infrastrutture ciclabili interessanti il Veneto e il Veneto Orientale.
Il piano prevede il miglioramento o la creazione di collegamenti tra gli itinerari turistici esistenti, propone la realizzazione di percorsi casa – lavoro/scuola.
Propone il miglioramento degli interscambi tra le varie modalità di trasporto a basso impatto.
Considerato che il mantenimento di un turismo balneare o della costa è subordinato al fatto che… vi siano spiagge. Vista l’accelerazione che stanno avendo i cambiamenti climatici, considerati gli impegni assunti dal nostro Paese in occasione della COP 21 a Parigi, preso atto che le scelte devono essere di forte cambiamento per garantire un futuro anche a questo territorio posto, naturalmente, ben al di sotto del livello del medio mare che si innalza di quasi un cm all’anno.
Riteniamo che la programmazione debba essere incentrata nella realizzazione dei collegamenti intercomunali, necessari a favorire la mobilità ciclabile e la riduzione delle auto. L’accesso alle città, alle aree, dedicate ai servizi dovrà avvenire sempre meno con l’auto, sia per ridurre le emissioni, sia per ridurre il consumo di suolo e le aree dedicate ad ospitare gli autoveicoli.
Perciò sosteniamo che l’asse parallelo alla S.S. 14 debba venire considerato prioritario perché risponde pienamente ai requisiti di piano ovvero:
1) favorisce la mobilità intercomunale verso le città dei servizi;
2) chiude ad anello i collegamenti con i gli itinerari fluviali, consente ai turisti di accedere facilmente al trasporto ferroviario della linea Ve-Ts, vi sono le stazioni d’interscambio con bus di Portogruaro e San Donà, nonché Latisana.
Interscambio bici trasporti:
ATVO è ancora molto lontana dall’offrire servizi di interscambio bus-bici non avendo ancora attrezzato alcun bus per questo target. Si possono attrezzare bus sul modello SAD con portabici verticali posteriori, da 3 a 5 posti, offrendo servizio tutto l’anno.
RFI non offre accessi comodi alle stazioni. Auspicando il completo abbattimento delle barriere architettoniche si potrebbe, per le bici, porre parziale rimedio realizzando gli scivoli laterali sulle scale.
L’offerta dei treni è buona e consente collegamenti anche verso l’estero, Austria e Slovenia.
Riteniamo che il sistema della Mobilità Sostenibile sia una grande sfida per il territorio perché può porre in essere una rete per favorire lo spostamento per l’accesso ai servizi, agli spostamenti intercomunali, mettendo a sistema gli itinerari turistici, principali e di valore locale.
Agiamo ora, senza timori!
Legambiente Venetorientale Pascutto Geretto
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