NON SI MUOVE FOGLIA MA TIRA BRUTTA ARIA – Mal’Aria 2020

S. Stino di Livenza 23/05/2020 Comunicato

NON SI MUOVE FOGLIA MA TIRA BRUTTA ARIA
Mal’Aria 2020 – Il dossier per ‘agglomerato del Veneto Orientale

Legambiente presenta, dopo il dossier Veneto Mal’Aria, un documento dedicato al territorio del Veneto Orientale accorpando, in due agglomerati urbani, le aree del Portogruarese e Sandonatese.
Abbiamo ritenuto opportuno ricreare, per le due aree che convergono verso i poli urbani erogatori di servizi, ovvero Portogruaro e San Donà di Piave, la stessa analisi fatta per gli agglomerati urbani riconosciuti dall’Accordo di Bacino Padano contro l’inquinamento atmosferico.
Infatti, nel presentare i dati, appare evidente che “Contro smog e cambiamento climatico serve applicare limitazioni in tutta la regione, investire nella mobilità pubblica, elettrica e condivisa ed incentivare lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile”.
Continuare a pensare in termini di agglomerati urbani non ha senso quando è ben noto che le polveri sottili non si fermano dove sono state prodotte ma, migrano…si spostano.
Come antidoto alle fake news con Mal’aria Veneto 2020 Legambiente Veneto mette al centro la scienza e la corretta informazione e analizza e fa chiarezza sulle principali fonti emissive dell’inquinamento atmosferico, proponendo in conclusione soluzioni concrete per fermare la cronica emergenza smog, che ha reso più vulnerabili i nostri apparati cardio-respiratori rendendoci più deboli contro la pandemia che stiamo vivendo.
Legambiente ha condotto un’analisi sulle fonti emissive del PM10 considerando sia quelle dirette sia quelle secondarie. Il PM10 che emettiamo in atmosfera è composto, secondo un modello diffuso da ARPA, dal 38% da emissioni dirette di particolato (PM10 primario) e per il 53% si compone di quello denominato secondario. Il PM10 secondario si forma da da reazioni chimico-fisiche tra varie sostanze inquinanti chiamate precursori. I più importanti sono NOx, COV, NH3, SO2, che risultano principalmente dovuti a trasporti e agricoltura.
Anche nel Veneto Orientale si confermano le principali sorgenti delle polveri sottili, Riscaldamento – Traffico e Agricoltura con l’eccezione del portogruarese dove l’industria supera, di poco, l’agricoltura.
Nel sandonatese l’agricoltura con il 18,74 si avvicina alla media regionale del 20%. Dobbiamo puntare ad un’agricoltura di qualità che possa diventare un alleato contro i cambiamenti climatici, restituire a questo settore primario, oltre al giusto reddito, il ruolo di custode dell’ambiente.
Il traffico con, circa il 30% in entrambe le aree si presenta come la seconda fonte di emissione ragion per cui, ribadiamo, che l’attuale Accordo Padano che prevede le limitazioni solo a San Donà è assolutamente inadeguato e inefficace.
Crediamo che, ora più che mai, alla luce anche dell’effetto Covid sui trasporti pubblici, sia necessario che i comuni adottino rapidamente dei PUMS di area vasta, puntando alla realizzazione degli itinerari ciclabili casa – lavoro, casa – scuola, utili a contenere il possibile aumento del traffico. Considerato la particolarità dell’area “diffusa” è necessario garantire maggior intermodalità tra i mezzi pubblici e i veicoli a basso impatto, bici e monopattini. Perciò oltre ai treni anche i bus devono essere attrezzati per consentire il trasporto di questi veicoli che permettono lo spostamento “dell’ultimo chilometro”.
Le voci “Traffico e Sorgenti mobili e macchinari” pur disaggregate sono prodotte entrambe dalla movimentazione di veicoli, nella seconda si includono trattori, macchine operatrici ecc.ra, ed in questo le emissioni da veicoli diventano la prima fonte di emissione superando anche il riscaldamento.
Il riscaldamento resta al primo posto, se valutiamo le voci del traffico disaggregate, perciò riteniamo necessario intervenire in maniera efficace per contenere le emissioni ad esso collegate.
Infatti se è fondamentale continuare ad investire nell’efficientamento energetico degli edifici non possiamo fare a meno di chiedere, ai Sindaci, una programmazione che preveda il controllo, la riduzione e il miglioramento delle emissioni domestiche dovute all’utilizzo di biomassa. Prevedere, nei regolamenti edilizi, che le nuove costruzioni non abbiano più emissioni dirette da biomassa legnosa è un provvedimento semplice e di efficacia.

n.b. la voce “sorgenti mobili e macchinari” che comprende, macchine operatrici, trattori ecc.ra può essere aggregata al traffico. In questo caso diventerebbe la prima fonte di emissione con il 40%.

n.b. la voce “sorgenti mobili e macchinari” che comprende, macchine operatrici, trattori ecc.ra può essere aggregata al traffico. In questo caso diventerebbe la prima fonte di emissione con il 34%.

Ulteriore chiarimento, sull’inadeguatezza dell’Accordo Padano, lo offriamo con questa tabella che riassume le quantità di PM10 prodotte nei due agglomerati.
L’area di Portogruaro produce, complessivamente, oltre un terzo in più del Sandonatese (1.108 ton. contro le 628). Eppure non si applica alcuna limitazione.

Riteniamo fondamentale che, per tutelare la salute dei cittadini, si attivi la “Conferenza dei Sindaci” chiedendo l’applicazione nell’area del Veneto Orientale delle misure di cautela previste nell’Accordo Padano.
Per l’associazione ambientalista sarà fondamentale definire un nuovo Piano regionale di risanamento dell’atmosfera, riducendo da un lato il traffico motorizzato privato – con investimenti sulla mobilità urbana sostenibile di persone e merci e con il rafforzamento e l’incentivazione del trasporto pubblico locale, tanto pendolare e su ferro quanto quello in sharing e intermodale – e dall’altro tagliando le emissioni inquinanti prodotte dall’agricoltura, dall’industria, dalle centrali a fonti fossili e dal riscaldamento degli edifici, grazie a una regolamentazione concreta dell’uso della legna, a un valido piano di riqualificazione energetica del nostro patrimonio edilizio e a un programma regionale di riduzione dell’intensità dell’allevamento nella pianura padana.
A conclusione del dossier Mal’aria 2020, Legambiente Veneto lancia 20 proposte concrete: tra le azioni più urgenti da attuare nell’ambito dell’accordo di bacino padano e che la Regione deve governare direttamente e non più delegare ai Sindaci vi sono: l’estensione dell’accordo di bacino padano a tutti i Comuni del Veneto entro ottobre 2021 con responsabilità di cabina di regia per l’adozione di ordinanze omogenee almeno per agglomerato; l’avvio di un censimento dei generatori di calore a biomassa presenti nelle abitazioni civili in modo da attuare un piano adeguato per monitorare e le manutenzioni delle apparecchiature e delle canne fumarie; il divieto di roghi e di falò all’aperto nel periodo 1 ottobre – 30 marzo sin dal livello di criticità zero, eliminando le possibilità di deroga nei periodi festivi; impedire con ordinanza regionale ad hoc la possibilità di derogare al divieto di spandimento di liquami in agricoltura nel periodo di ordinanze antismog.

Presidente Legambiente Veneto
Gigi Lazzaro

Presidente Legambiente Venetorientale
Maurizio Billotto

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